Rebus e scie chimiche, alcune precisazioni
















Mi sento chiamato in causa e, alla faccia dello stereotipo del conduttore televisivo lontano dai mezzi di comunicazione non convenzionali, liberi e indipendenti, come quelli che il web offre, intervengo.
Mi sento chiamato in causa e rispondo.
Cominciamo dalla fine: la scelta di chiudere la prima puntata di una trasmissione televisiva interamente dedicata alla questione "scie chimiche" con un passo del documentario "A inconvenient truth" di Al Gore. Quello in cui si mette in evidenza come il clima di questi anni stia subendo sconvolgimenti che mai, nella storia degli ultimi 600.000 anni, si erano verificati.
A mio modesto avviso fa parte di una linea logica ben precisa.
Circa un anno fa l'Organizzazione meteorologica mondiale si è riunita a Ginevra per fare il punto sui cambiamenti climatici. La domanda era: chi o che cosa sta provocando questa catastrofe?
Esperti e scienziati di tutto il mondo, tra cui anche il nostro Andrea Giuliacci (questa è la sua intervista di riferimento a "Rebus, questioni di conoscenza") hanno risposto che le responsabilità dell'uomo riguardano una piccola percentuale. Una percentuale così piccola da rendere difficile dargli tutte le colpe. Ma allora chi provoca gli sconvolgimenti che ormai sono sotto gli occhi di tutti?
La risposta degli esperti: "Non lo sappiamo".
Il dato oggettivo è che il clima sta cambiando, in negativo, più velocemente che mai. Il passo di "An inconvenient truth" rendeva benissimo l'idea di questo dato.
Ora, cosa sappiamo noi del reale livello raggiunto oggi dalla tecnologia militare? Ci abbiamo messo anni, e purtroppo anche molti morti, prima di appurare l'uso dell'uranio impoverito nell'industria degli armamenti e nell'industria dell'aviazione civile. Per chi lo ha dimenticato, la Boeing lo usava per fare "contrappeso" nella ali dei 747.
Il mio mestiere è quello di fare domande. Alla ricerca della verità. Questo è lo spirito di "Rebus, questioni di conoscenza". Le domande sulle responsabilità dei cambiamenti climatici sono ancora senza risposta.
Dalla fine della puntata di venerdì 23 novembre 2007, "Scie di condensa o scie chimiche?", alle anticipazioni sulla prossima di venerdì 30 novembre 2007, "Scie chimiche, per quali scopi?".
Entrerà in gioco la questione ufologica. Ufo, o Ovni all'italiana, è l'acronimo inglese di Oggetto volante non identificato. O non identificabile. Se è vero come è vero che sempre più spesso ,nel documentare le scie sospette, ci si imbatte in sfere o oggetti volanti non identificati, allora, a mio modesto parere, è giusto parlare anche di questo. L'obiettivo è la verità. Qualunque essa sia. E voglio fare una specifica alla definizione di Ufo: l'oggetto in questione può essere di natura extraterrestre o terrestre.
Ci facciamo del male? Ci facciamo del male a fare domande e pretendere risposte?
Si fanno del male le persone che chiedono di vedere tutto il filmato che riguarda l'oggetto che ha colpito il Pentagono l'11 settembre 2001? Si fa del male Galloni quando rivela che Aldo Moro sapeva di infiltrazioni di intelligence internazionali nelle BR poco prima del rapimento e assassinio dello Statista?
Ci facciamo del male a chiedere ancora verità e giustizia?
La verità ci muove, qualunque essa sia. Questo è lo spirito di "Rebus, questioni di conoscenza". Con questo spirito continuerò a lavorare finché ci sarà gente che ha voglia di capire e di conoscere.
Ultima nota, sempre alla faccia del conduttore a cui ormai gli stereotipi ci hanno abituato e assuefatto. L'elenco degli inviti che ho fatto per discutere di "scie chimiche" era molto lungo. Per stile e deontologia non farò nomi. E' giusto sapere, però, che è intervenuto solo chi ha accettato e nella forma che ha ritenuto opportuno. E tutti sono stati avvertiti con largo anticipo.
L'appuntamento con la questione scie chimiche si rinnova: venerdì 30 novembre alle 21.10 su Odeon e Odeon SAT (Sky 827) torniamo sull'argomento.
Maurizio Decollanz





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