Piazza Navona era piena di gente: di tutte le età e di diverse "colorazioni" politiche, hanno risposto tutti all'appello lanciato dalla Federazione nazionale della Stampa per manifestare dissenso verso quella che ormai è comunemente chiamata "legge bavaglio" (il disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche). Un successo, quindi, con testimonial d'eccezione.
OTTAVIA PICCOLO LEGGE LA POLITKOVSKAJA
Anche Anna Politkovskaja, la giornalista uccisa in Russia perchè denunciava le violenze dei russi in Cecenia, è simbolicamente a piazza Navona. A leggere un suo testo, accolto da calorosi applausi, è stata Ottavia Piccolo. Tra i passaggi più applauditi, quello in cui Anna scriveva «quando hai una tessera politica non sei un giornalista, sei un portavoce».
SAVIANO: "DDL PER DIFENDERE LA PRIVACY DEI MALAFFARI"
È stato accolto da una lunga ovazione Roberto Saviano. Lo scrittore, salito sul palco insieme agli uomini della scorta, ha detto: «C'è un grande fraintendimento in questa vicenda. Non è vero che questa legge difende le telefonate tra fidanzati, il suo unico scopo è impedire di conoscere ciò che sta accadendo, che il potere venga raccontato. La privacy che vogliono proteggere è quella degli affari, anzi dei malaffari».
APPLAUSI PER NAPOLITANO
Sono arrivati applausi per il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, quando Stefano Rodotà dal palco ha ringraziato il Capo dello Stato per «una sobria e decisa dichiarazione, con cui praticamente dice che questa legge non può essere approvata. Credo gli si debba gratitudine». Rodotà ha anche detto: «Il tempo dell'acquiescenza dell'opinione pubblica è finito. Ci siamo appropriati non solo della piazza come strumento politico, ma anche della Costituzione come strumento di libertà».
DACIA MARAINI: "PAESE IN TRANCE"
«È un segno di reazione in un paese che sembra tramortito, in stato di trance»: così Dacia Maraini commenta la manifestazione promossa dalla Fnsi a piazza Navona contro il disegno di legge sulle intercettazioni. «È positivo - ha aggiunto - che i giornalisti abbiamo trovato un accordo, un'unanimità per la protesta contro il tentativo di imbavagliare le voci più coraggiose»