Afghanistan, il triste primato delle mine dal "bel paese" e gli insopportabili di Emergency


Sono italiane molte delle mine che esplodono ogni giorno sotto i blindati Nato in Afghanistan. Sotto i blindati o sotto i piedi dei soldati. Italiani compresi.

E’ il paradosso che emerge dai circa 91mila documenti militari Usa diffusi dal sito di controinformazione WikiLeaks (http://wikileaks.org/). Migliaia di rapporti parlano del nostro paese. Tra questi i resoconti di pattuglie o unità di artificieri che, a senso unico, parlano di un particolare elemento riconducibile alla nostra penisola: mine.

Mine italiane e congegni artigianali ma mortali, i LED («Improvised explosive devices»), fabbricati dai talebani con i nostri stessi ordigni.

 

Succede così che le strade afghane parlano italiano ad ogni chilometro. Morti e crateri inclusi. Quelli che rendono una guerra degna del suo nome. C’è solo un elemento tricolore che è distonia con il contesto: quegli «unsufferables» (insopportabili) di Emergency (come li definiscono i rapporti Usa), che i corpi dilaniati cercano di ricucirli.


Ma da quale oscura fabbrica sono usciti questi strumenti di morte? Lo racconta Franca Faita, ex operaia della Valsella Meccanotecnica. Un giorno il fondatore di Emergency Gino Strada le presenta una cassetta piena di mine TC-6 e Valmara 59 chiedendole se le conoscesse e a cosa servissero. 


«A difendere il territorio dal nemico» dice Franca, perché questo le avevano detto. Strada le parla delle vittime civili, dei bambini. E Franca cambia idea. Con i suoi compagni in fabbrica lotta per chiedere la riconversione dell'azienda in senso civile. «Perché per lavorare e vivere dobbiamo costruire mine che uccidono?» chiedono. Alla fine, grazie a una legge approvata anche per gli sforzi degli operai, la Valsella smette di produrre esplosivi. 

Ma le mine restano.

Per concludere voglio ricodare alcune cifre. Numeri crudi, senza colori politici, lontani dagli interessi di potere e insopportabilmente veri. I conflitti dell'ultimo decennio hanno:
ucciso 2 milioni di bambini;
resi invalidi 4-5 milioni di bambini;
causato traumi psicologici seri a 10 milioni di bambini;
provocato un milione di orfani e 12 milioni di bambini senza casa.
 
Si stima che in 64 paesi siano seppellite oltre 110 milioni di mine: una ogni venti bambini. (fonte: Unicef)