STORIA DELLA MASSONERIA (capitolo primo) - intervista a Michele Allegri: dal 1400 al "risveglio" del Grande Oriente in Italia (iniziazione di Licio Gelli compresa)
Dopo tutto quello che è stato scritto in questo blog direi che è il caso di fare chiarezza sulle origini della Massoneria e sui suoi sviluppi nel presente. Lo facciamo con l'aiuto di Michele Allegri, studioso e autore del libro "Dossier: i nuovi Templari". Ecco la prima parte dell'intervsita:
Che cos’è la Massoneria?
E’ un’Istituzione a carattere iniziatico, nata ufficialmente il 24 giugno del 1717 in pieno secolo dei Lumi. In realtà , e questo è un dato confortato da molti documenti storici, l’esistenza della Massoneria speculativa, dei suoi rituali e delle sue logge, è conosciuta fin dalla fine del 1400. Se si va ancora più indietro, possiamo vedere che la massoneria operativa nasce di fatto in contemporanea all’Ordine del Tempio. La massoneria speculativa, fin dalla fine del 1400, conservò gran parte dei riti e delle logiche della massoneria operativa medievale ma, con l’entrata dei nobili templari, che erano sfuggiti alla mattanza di Papa Clemente V e che da quel momento diverranno “membri accettati”, essa godrà dell’apporto di conoscenze superiori… ma anche di un potere profano di primo piano, il celebre potere massonico… che nulla ha a che vedere con le teorie cospirazioniste che furono tirate in ballo dalla Compagnia di Gesù, secondo la quale dietro ogni rivoluzione, ogni attacco ai poteri costituiti, c’è la massoneria luciferina…
stemma della famiglia Saint Clair
Chi aderì alla massoneria nel 1700 e perché?
Come ti ho detto, l’adesione alla massoneria operativa di molti nobili templari la trasformò in massoneria speculativa e questo avvenne tre secoli prima del 1700. Diciamo che in quei trecento anni, e almeno fino ai primi anni del 1800, lo zoccolo duro degli iscritti era rappresentato dalla nobiltà , in particolare d una nobiltà appartenente a talune famiglie europee che, imparentate tra di loro, non avevano a cuore la salvaguardia del potere papalino. Penso alla famiglia Saint Clair o Sinclair, imparentata con i Setton e gli Steward… ma poi ci sono anche i Lusignano, gli Hautopoul, i Savoia cioè tutta la nobiltà occitana. Nel 1700 molti nobili vi aderirono anche per opportunismo o per moda e tra questi c’erano molti di coloro che vedevano di cattivo occhio lo steccato che si era creato tra massoneria e Chiesa cattolica e tra massoneria e Chiesa anglicana…
Diciamo che ad un certo momento ci fu una sorta di ricompattamento tra la massoneria e le chiese cristiane, no?
Sì, diciamo che questa operazione fu portata avanti dagli inglesi del reverendo Anderson e dalla casa dei Windsor, i re d’Inghilterra, che non sono originari dell’isola ma sono una famiglia nobile tedesca. Gli scozzesi, invece, come i francesi invero, continuarono ad assecondare una massoneria antipapalina, un’Istituzione massonica che faceva della religione pagana l’unica e vera tradizione di quei popoli, di quelle casate nobiliari.
Poi sono venuti gli americani…
Sì, ma molto tempo dopo. Intanto nella lotta tra antica massoneria scozzese e nuova massoneria inglese, vinse quest’ultima, anche perché gli inglesi vinsero militarmente gli scozzesi e i massoni Stuart furono cacciati a forza. Da quel momento, in Europa, s’impose una massoneria che teneva conto delle esigenze della religione cristiana… una religiosità , però, privata di quell’integralismo e di quel dogmatismo che la rendeva invisa a molti. Per questo motivo, nel 1738, la Chiesa cattolica, che fino a quel momento era stata tiepida nei confronti della massoneria inglese, decise di lanciare scomuniche e moniti ai cattolici che avessero fatto parte delle logge. Un po’ di tempo dopo, gli stessi provvedimenti furono presi anche da alcuni Primati della Chiesa anglicana. In quella massoneria inglese, in quel momento, convivevano due visioni: una prettamente cristiana-protestante, vicina al teismo, ed un’altra, invece, ispirata all’idea deista di marca illuminista. Intanto i ceti borghesi avanzano lentamente ma inesorabilmente all’interno delle logge, quasi a sostituirsi ai nobili. Molti di questi borghesi erano commercianti di origine ebraica.
La massoneria inglese, sotto l’impulso di queste due ali “ideologiche”, fece una revisione di tutti i rituali del passato e quando li vedeva troppo templari, troppo pagani, troppo magici, troppo eretici… beh, in quel caso li spuntava, li cancellava, come se non fossero mai esistiti. I capi della massoneria inglese del tempo lasciarono alcune cose ma i nuovi affiliati, soprattutto borghesi, non si spiegavano il vero significato di taluni simboli, l’Arco Reale, il Pentacolo, il cuore strappato, i templi debitamente coperti e così via... a quei nuovi affiliati, che stavano diventando il cuore pulsante dell’economia londinese, la massoneria inglese non dava gli strumenti tecnici e storici né per interpretare né per capire. Si decise, per esempio, con un evidente falso storico, di affermare che la massoneria nacque nel 1717 e di fare tabula rasa del passato e di ignorare documenti storici come il quattrocentesco Poema Regius. Si decise di recidere ogni collegamento con il passato, niente doveva far pensare ai Templari e al loro esoterismo di potenza…
Per evitare, però, che la vecchia massoneria templare continuasse a proliferare, gli inglesi, nel 1813, con l’Atto di Unificazione, l’assorbirono. Tutto ciò che fu vecchia massoneria templare, che aveva vissuto fino in quel momento in Scozia, divenne di colpo un semplice rito di perfezione, cioè il Rito Scozzese Antico ed Accettato, dove antico sta per antica massoneria ed accettato fa riferimento a quei nobili templari accettati che entrarono nelle gilde muratorie scozzesi ed inglesi nel 1313/1314.
In quello stesso anno, nel 1813, nacque la Gran Loggia Unita d’Inghilterra, il Vaticano della massoneria, l’organo che viene definito “Madre del mondo” e che attribuisce le patenti di regolarità massonica a questa o a quella Obbedienza.
Non mi hai detto degli americani però…
I padri fondatori degli U.S.A. sono tutti massoni, da Washington a Jefferson. In realtà , però, il tipo di massoneria che si fece forte in America fu quella di derivazione francese, che era ostile a quella inglese e che era legata a doppio filo con Napoleone e i suoi familiari e con i residui della casa regnante scozzese rifugiatasi in Francia. La massoneria francese, come quella scozzese, manteneva un vivo ricordo dell’eresia templare ed era ostile ad ogni forma di cristianesimo. Per opportunismo politico e militare, gli americani scelsero di seguire il modello francese… e non dimentichiamoci che il massone e nobile generale Lafayette contribuì, e non poco, alla causa dell’indipendenza americana… comunque il modello francese teneva in gran considerazione il Rito Scozzese e quindi, gli americani, una volta ottenuta l’indipendenza politica da Londra, vollero creare un alter ego della Gran Loggia Unita d’Inghilterra. Con l’aiuto della massoneria francese, formarono il Supremo consiglio del Rito Scozzese Antico ed Accettato (Giurisdizione Sud), chiamato “Madre del mondo”. Come la UGLE, anche il Supremo consiglio, ancora oggi distribuisce patenti di regolarità massonica ma non per l’Ordine bensì per il Rito Scozzese che vive e regna all’interno dell’Ordine. In sostanza, si tratta di una massoneria nella massoneria.
G. Raffi (GOI) a New York
Questa struttura, diciamo, molto verticistica e politicizzata (poiché i Templari si occupavano di politica) servì agli americani, nel Secondo Dopoguerra, per legare a sé le rinate obbedienze massoniche europee e sottrarle al giogo inglese, poiché l’Inghilterra era diventata una potenza minore. Nel caso italiano, infatti, il risveglio del Grande Oriente d’Italia non avvenne ad opera degli inglesi ma ad opera dei “massoni di rito scozzese” italo-americani. Soprattutto nel sud-Italia dove, prima del fascismo, già esisteva una strana connessione tra mafia e massoneria che si fa risalire al 1870. Gli americani insignirono di gradi massonici scozzesi alcuni italo-americani come Max Corvo, Vincent Scamporino o il più noto Lucky Luciano. Li mandarono in Italia a ristabilire l’ordine politico e con il compito di riaprire logge.
Non dimentichiamoci che il primo mentore di Licio Gelli fu quel Frank Gigliotti già pezzo grosso dell’OSS (Servizi Segreti militari americani), di origine calabrese, 33 del Rito Scozzese, che fu “osservatore privilegiato” in Italia per conto della massoneria americana in Italia… ma che soprattutto aveva stretto un forte rapporto con i “capibastoni” della ’ndrangheta calabrese e della mafia siciliana.
Facciamo una pausa. Domani pubblicheremo il seguito dell'intervista. Come è facilmente ituibile ci concentreremo su Gelli.
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