Il capro espiatorio (gli zingari, Sarcozy, Berlusconi, la UE e il razzismo)


La ricerca di un capro espiatorio è una vecchia storia dell'Europa. Non occorre essere degli storici per capire che nei momenti più difficili razzismo e ricerca del capro espiatorio si alleano per dare i frutti migliori (o peggiori, dipende dai punti di vista).

Si comincia sempre dai più poveri. Quelli che non hanno niente. Poi si passa agli ebrei, agli arabi, gli handicappati. Poi si passa agli omosessuali e agli intellettuali. L'iniziativa di Nicolas Sarkozy di espellere gli zingari romeni dalla Francia in modo plateale e propagandistico mi sembra possa essere inquadrata in questo contesto: quello della ricerca del capro espiatorio.

E sapete perché  Perché afferma un principio inaccettabile e irricevibile: che si è criminali solo per l'appartenenza ad una etnia. Indipendentemente dall'aver commesso, o meno, un reato. Sei zingaro? Allora sei un malvivente. Anche se non hai commesso alcun crimine. Questo è inaccettabile perché è contrario agli elementi base dei diritti umani, è contrario ai pilastri della Comunità europea. Soprattutto, è contrario ad ogni buon senso.

Come se i Rom fossero i responsabili della disoccupazione, della violenza nelle strade, dell'impunità dell'affarismo e delle grandi organizzazioni finanziarie. Come se la sicurezza dei cittadini dipendesse tutta dagli zingari. Vi rendete conto della strada che sta imboccando la politica?


In Italia non siamo poi messi meglio della Francia. L'esempio Milano ne è una prova ineludibile. Ad accomunarci c'è anche la reazione che abbiamo avuto di fronte a questi trattamenti intollerabili: indifferenza. La stessa indifferenza che caratterizzò noi italiani quando Vittorio Emanuele III di Savoia, nel 1938, promulgò le leggi razziali.Quelle che permisero alla Polizia di schedare tutti i cognomi degli ebrei in Italia.

Vedete, la grande forza del razzismo è la sua banalità. Il razzista, lo xenofobo, non è un mostro che si aggira per le strade con occhi vitrei, denti aguzzi e armi in pugno. Il razzista si cela dietro le sembianze di un rispettabile padre di famiglia educato e con buone intenzioni. Vuole solo isolare i brutti, sporchi e cattivi dalla società. Il razzista, a volte, non sa neanche di esserlo. Ma è bene saperlo: il male che produce è di gran lunga superiore a quello che vorrebbe eliminare.