«L’Italia ha oggi tanto bisogno di esempi e guide da seguire per trovare l’unità e il coraggio necessari a combattere l’illegalità e l’oppressione della criminalità e della corruzione. Rosario Livatino è, per i giovani e tutti i cittadini di questo Paese, un chiaro esempio di coerenza, di dedizione e coraggio a cui guardare». Così Andrea Iurato, consigliere del Forum Nazionale dei Giovani e delegato alla cultura della legalità, ricorda oggi Rosario Livatino, il “giudice ragazzino” ucciso dalla mafia 20 anni fa, il 21 settembre 1990 ad Agrigento, a soli 38 anni.
«La nuova ondata di violenze, minacce, attentati che minacciano l’Italia, le sue istituzioni e i suoi cittadini onesti ci deve chiamare ad una risposta unita, sincera e chiara - ha aggiunto Iurato - un “no” alla violenza e all’ingiustizia delle mafie e dei sistemi di potere che le fiancheggiano che deve essere ancora più forte, compatta e decisa della rivoluzione delle coscienze che scosse l’Italia delle stragi di mafia degli anni ’90. I giovani italiani sono pronti e decisi a cogliere questa sfida e a seguire l’esempio dei tanti che hanno speso la propria vita per la libertà del Paese. Il giovane magistrato siciliano aveva scritto: “quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili”. Mi auguro che la sua memoria insegni ad ogni cittadino italiano, specie a chi ha responsabilità pubbliche, la credibilità e la coerenza nella lotta per l’affermazione della legalità e della solidarietà sociale».
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