Sakineh e Teresa: la pena di morte è sempre una barbarie inaccettabile


I riflettori mediatici sono accesi e puntati sul caso Sakineh. Per fortuna. Se questo serve o servirà a ritardare l'irereparabile, se addirittura servisse ad evitarlo, allora sono felice che anche il mio piccolo blog abbia dato un contributo.

Ma vorrei ricordare che non esiste solo il caso iraniano. Anche nella terra degli amici staunitensi si perpetra l'infamia della pena di morte. Sembra prossima. per esempio, l'esecusione di Teresa Lewis per crimini non molto diversi da quelli imputati a Sakineh. Anche lei avrebbe organizzato l’omicidio del marito, insieme a quello del figliastro. E' interessante riflettere sul fatto che la stampa occidentale si è occupata poco del caso. Anzi, non se ne è occupata affatto. Nessuna petizione pubblica, nessuna pressione internazionale su un paese che si dice democratico (al punto da volerla esportare la propria democrazia) ma non rinuncia ad uno strumento barbaro e infamante come l'imicidio di Stato.

Propaganda o no, interessi politici o no, la morte come strumento di controllo del crimine è inaccettabile.http://www.saveteresalewis.org/

Questo sito web promuove una petizione per salvare Teresa: http://www.saveteresalewis.org/