Dopo Vittorio Arrigoni, la forza della Nonviolenza non muore. Restano le tante domande inquietanti che non si possono eludere.


di Vittorio Agnoletto

La tragica morte di Vittorio Arrigoni colpisce tutti coloro che si battono per i diritti del popolo palestinese; Vittorio in questi anni ha concretamente testimoniato come anche la più dura battaglia può essere condotta con gli strumenti della nonviolenza e dell’interposizione pacifica. Ha messo in gioco tutto se stesso nella piena consapevolezza dei rischi ai quali si esponeva, ma anche dell’enorme utilità della sua attività.


Gli siamo tutti profondamente debitori per le informazioni che in tempo reale ci ha fornito anche nei momenti peggiori durante l’invasione israeliana di Gaza, permettendoci così di contrastare un’informazione troppo spesso muta e ossequiosa alle ragioni di stato.

La nostra vicinanza va a tutta la sua famiglia, all’Ism, Solidarity Movement (Ism), l’organizzazione per la quale lavorava e al popolo palestinese che perde un grande alleato nella lotta per la propria dignità.

Di fronte a questa morte sorgono domande inquietanti probabilmente destinate a restare senza risposta. Chi trae vantaggio da questo omicidio? Non certo la causa palestinese, ma coloro che in tutti i modi stanno cercando di contrastare la realizzazione della seconda Flottilla verso Gaza, coloro che hanno sempre cercato di impedire il lavoro informativo di Vittorio. Raccapricciante il sarcasmo e la gioia che emerge sul sito dell’estrema destra israeliana “Stop the Ism”. Un gruppo che nel 2009 aveva pubblicato una lista di proscrizione verso gli attivisti dell’Ism con in evidenza la foto di Vittorio Arrigoni.
Sappiamo bene, l’abbiamo imparato in questi anni, come non ci siano limiti alla follia dell’integralismo religioso, conosciamo i proclami farneticanti di gruppi integralisti islamici e sappiamo di quali follie si sono resi colpevoli. Il comunicato con il quale è stato rivendicato il rapimento di Vittorio può corrispondere alla realtà.

Sappiamo anche quali spregiudicati giochi siano realizzati quotidianamente da diversi servizi segreti, e tra questi anche dai servizi israeliani.
Sappiamo anche che spesso nella storia si sono consumati i più incredibili accordi tra gruppi avversari per neutralizzare altre persone scomode per le diverse parti.
Non sappiamo chi sia stato il regista di tale efferato crimine. Ma non possiamo nemmeno accontentarci della prima risposta che ci viene fornita. Nulla può essere escluso.

Un’ultima riflessione su casa nostra: il governo italiano ha rilasciato decine di dichiarazioni di cordoglio ma anche di stima per il lavoro svolto da Vittorio; uno degli obiettivi di Vittorio era l’organizzazione della seconda Flottilla. Ci auguriamo che il governo italiano rimandi al mittente la richiesta israeliana di contribuire a fermarne i preparativi. Un minimo atto di dignità e di coerenza. Ma ne dubito.