Giuseppe Decollanz, il ricordo del fratello Raffaele ad un anno dalla scomparsa: "Fu al fianco dei contadini, degli artigiani, degli emarginati e degli oppressi"
Raffaele Decollanz ricorda il fratello Giuseppe |
di Raffaele Decollanz*
L'8 giugno 2013 è stato il primo anniversario della scomparsa di Peppino Decollanz. Ritengo che abbiamo molti buoni motivi per rammaricarci della sua perdita e rimpiangere e ricordare la sua figura.
In primo luogo Peppino possedeva rare doti di intelligenza che esercitava in modo creartivo. Cito un esempio per tutti. Nel 1961 ancora ventiseienne ebbe notizia di un concorso poetico promosso da una prestigiosa rivista letteraria di Reggio Calabria: La Procellaria.Mancavano pochi giorni alla scadenza. Buttò giù alcuni versi dal titolo "Agosto in Lucania" e li spedì. L'esito del concorso fu questo: "La Commissione giudicatrice dopo aver preso visione degli elaborati di 214 partecipanti dichiara primo classificato per originalità di argomento, per forza e calore umano l'elaborato del seguente autore: Giuseppe Decollanz".
Possedeva una notevole capacità linguistica, la parole era per lui uno strumento duttile che usava a suo piacimento per parlare, dialogare, comporre saggi, racconti, articoli per riviste e giornali. Particolarmente intensi e significativi sono: il suo saggio si "Pinocchio" per il quale fu invitato ad un convegno nazionale su Collodi, la raccolta di racconti "Ai margini del cratere" ricca di freschezza e originalità giovanile.
Infine il "carisma": aveva una personalità dominante, affascinava. Se prendeva la parola lo si ascoltava volentieri. Entrato in Politica, i suoi comizi riempivano le piazze, attiravano e avvincevano le masse. Queste sue qualità mise al servizio della Politica prima e della scuola dopo. In Politica fu al fianco dei contadini, degli artigiani, degli emarginati e degli oppressi.
Dopo la militanza politica maturò in lui l'idea che l'emancipazione delle masse popolari passa attraverso la cultura e l'educazione. Si dedicò quindi con passione all'insegnamento: fu insegnante, direttore e ispettore didattico.
Nell'ultima fase della sua vita predominò una certa nostalgia per il suo paese natale, per la sua gente che ancora una volta seppe nobilitare con la sua intelligenza facendone una spinta alla creazione di avvincenti racconti, di struggenti narrazioni.
Ci lascia l'esempio di un impegno civile e professionale svolto nell'intero arco della sua vita. Per questo continueremo a ricordarlo e ad amarlo.
* Raffaele Decollanz è il fratello di Giuseppe. A sua volta è stato docente di Storia e Filosofia e dirigente scolastico, ora in pensione. Ha scritto, anch'egli nel desiderio di lasciare un segno per le future generazioni, un libro dal titolo "Italia, dal bel Paese al brutto Paese".
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