Secondo 55 studi scientifici esiste un legame "concreto e significativo" tra i crescenti fenomeni di violenza umana ed eventi meteorologici legati soprattutto all'aumento delle temperature. Il nuovo documento, elaborato dai ricercatori del National Bureau of Economic Research (NBER) statunitense, ha eseguito una meta-analisi (sintesi dei risultati dei vari studi) analizzato le diverse tipologie di violenza tra gli esseri umani: dai conflitti tra gli individui, in cui rientrano le violenza domestica, le aggressioni, gli omicidi e gli stupri, agli scontri tra grandi gruppi di persone, quali possono essere le violenze etniche, gli scontri tra bande, le guerre civili e i colpi di Stato, in relazione con il clima.
Amalgamando i risultati dei differenti studi, l'equipe del NBER ha dimostrato l'esistenza di una connessione "significativa" e "statisticamente rilevante" tra cambiamenti climatici (soprattutto innalzamento delle temperatura) ed entrambe le forme di violenza. "Abbiamo scoperto che i mutamenti delle temperature e dei modelli di precipitazioni aumentano sistematicamente il rischio di conflitti, spesso in modo sostanziale, con effetti in media che sono statisticamente molto significativi", scrivono i ricercatori.
L'impatto del fenomeno sembra tuttavia cambiare da regione a regione: alcuni luoghi sono più sensibili a piccoli aumenti di temperatura rispetto ad altri. In particolare, Marshall Burke, autore dello studio, ha spiegato al Washington Post come "ogni grado di aumento di temperatura potrebbe portare ad un aumento del 20% dei conflitti civili in Africa, mentre negli Stati Uniti un tale dato dovrebbe contemplare un aumento di un punto percentuale nei conflitti interpersonali".
Uno studio del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc) aveva indicato che la scarsità di cibo e di acqua, il calore estremo, le inondazioni e altri fenomeni climatici causati dall'effetto serra, accrescono la predisposizione ai conflitti violenti. Più vulnerabili sono le popolazioni meno in grado di adattarsi a tali cambiamenti.
Negli ultimi 30 anni, le perdite economiche legate alle catastrofi naturali sono aumentate drasticamente nei Paesi sviluppati, creando gravi problemi a governi, imprese ed individui. Come rivelato da un sondaggio del National Association of Insurance Commissioners su 330 compagnie assicurative, queste coprono meno di un terzo delle perdite legate ai disastri del clima, aumentando così "sul lungo periodo i rischi per le istituzioni pubbliche e le popolazioni locali, e riducendo la resilienza delle comunità, che sono meno in grado di finanziare i recuperi post-disastro".
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